Arco d'Augusto
la vacanza di Marino a Rimini
| capitolo 6 | paragrafo Porta Auera |

“Ti va, di descrivermelo mentre lo stiamo raggiungendo?” chiese Marino.
“Con piacere!” affermò la ragazza –“L’arco d’Augusto venne innalzato nel 25 a.C. in omaggio all’Imperatore Ottaviano Augusto ed è uno dei più antichi…..”
Marina volse lo sguardo al ragazzo e notò , che era pensieroso ed incredulo, tanto che gli domandò” Cosa c’è che non va?”
“Nulla, sono solo un po’ stranito da quello che vedo, ma ti prego, prosegui!”
“Bene… Il materiale con cui è costruito è pietra d’Istria e costituiva la porta di ingresso alla città. Puoi notare anche i resti della mura a fianco… Ora tira fuori, i tuoi dubbi, vedrò di risponderti se possibile.” Affermò Marina
“D’accordo!” confermò il ragazzo, quando erano giunti entrambi a ridosso dell’Arco e potevano ammirarlo in tutta la sua grandezza.
“Il particolare che mi è sembrato strano è la merlatura che corona l’Arco: non è tipico romano, ma una caratteristica medievale.”
La ragazza sorrise serenamente , affermando:-“Sapevo che lo avresti notato!” e aggiunse “Ai tempi medievali , l’Arco d’Augusto era chiamato Porta Aurea, per la doratura che un tempo avevano le incisioni della dedica. Inizialmente, non vi era la merlatura, ma probabilmente, una statua in marmo di Ottaviano su una quadriga , come documentato da un testo di Cassio Dione. L’attuale merlatura venne costruita nel IX secolo . Non sono ben chiari i motivi per cui la statua venne tolta, ma si pensa probabilmente ad un terremoto. “
“Ecco ! Ora è già tutto più chiaro…” rispose il ragazzo “ … ma come porta della città , mi sembra sia molto ampia per poterla chiudere in difesa…intendo, che l’apertura é enorme.”
“Piccola premessa… l’apertura dell’arco è chiamata “fornice” e su questo particolare, intervennero i più famosi studiosi, che in principio, pensarono di trattasse di un Arco trionfale, come quello di Tito a Roma, ma poi , venne dichiarata porta urbana, collegata alle mura della città e come protezione vi erano tue torri poligonali delle quali restano le fondamenta. ”
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